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Maria: “Madre Santissima, Luce del nostro Cammino Divino, benedici i nostri passi, che conducono alle Porte del nostro Signore Gesù. Pòniti sempre dinanzi a noi, così che non ci perdiamo. Dònaci Pace nel cuore e Purezza nell’anima. Nel Nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Amen”.
Mia dolce figlia, questa Preghiera, se detta con Amore, vi proteggerà nel vostro Cammino. Sia per voi inizio di Consacrazione al mattino e alla sera. Grazie, figlia, per il tuo abbandono. E così sia”.


635 Gesù: “Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Luca 15, 24) (Sabato II Settimana Quaresima). 11/03/2023
635 Gesù: “Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Luca 15, 24) (Sabato II Settimana Quaresima).

Dal Vangelo Secondo San Luca.

1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2 I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”. 3 Allora egli disse loro questa parabola: 11 Disse ancora: “Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. 25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27 Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Luca 15, 1-3.11-32).

Luci sul Vangelo.

La Portavoce: “In Quel Tempo tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinarono a Gesù per ascoltarLo.
Ma c’erano anche i farisei e gli scribi che mormoravano sul comportamento di Gesù, Che riceveva i peccatori e mangiava anche con loro.
Allora Gesù Raccontò loro una Parabola. C’era un uomo, che aveva due figli. Il più giovane disse al padre di dividere il patrimonio. E il padre divise le sostanze tra i due figli e il più giovane, dopo qualche giorno prese le sue sostanze e se ne partì, per andare in un paese lontano, dove spese tutti i suoi averi, conducendo una vita dissoluta.
Quando ebbe speso tutto, cercò lavoro presso un abitante di quel paese, dove si era abbattuta una carestia e gli permise di andare nei campi a pascolare i porci. Egli avrebbe voluto saziarsi con le carrube, ma non gli fu permesso di mangiare neppure le carrube dei porci.
Allora rientrò in sé e diede uno Sguardo al suo passato dove, nella casa del padre, c’erano tanti salariati che avevano di che mangiare in abbondanza.
E lui era lì, affamato e maltrattato.
Allora si disse: “Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: “Padre, ho peccato contro il Cielo e contro te. Non sono degno di essere tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni”.
Il Cogliere come questo figlio, vivendo nell’agio, aveva maturato l’arroganza e la superbia, fino a toccare quell’insoddisfazione da chiedere ciò che gli era dovuto e partire, convinto di aver trovato la soddisfazione della vita.
Ma dopo aver toccato il fondo, si ricordò di quanto era Fortunato ad avere una Casa e una Famiglia Affettuosa e Premurosa.
L’esperienza negativa ti può portare a fare mia colpa, come questo figlio, che ha riconosciuto di aver peccato contro il Cielo, perché aveva vissuto in maniera dissoluta.
E aveva peccato contro il Padre, perché nulla gli era dovuto, se non un Rendere Grazie per ciò che il padre lo rendeva partecipe.
Poi diede seguito alla sua decisione e partì per tornare a casa per chiedere Perdono.
Ma quando era ancora lontano, il Padre lo vide e, commosso, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
Allora il figlio gli disse: “Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”.
Ma la risposta del Padre era Ricolma di Grazie, per aver ritrovato il Figlio perduto e, chiamato i servi, gli fece portare il vestito più bello. Gli misero l’anello, i calzari ai piedi. E fece portare il vitello più grasso per farlo ammazzare, cucinare e far festa: “Perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita”.
Il Cogliere Quel Padre, Che gli aveva permesso di partire senza impedimenti, con la Speranza che non si sarebbe perso. Ed è stata proprio quella brutta esperienza a convertirlo e a farlo tornare nella Grazia di Figlio Degno.
Mentre il figlio maggiore, che tornava dai campi, che udì la musica e le danze, chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose che era tornato suo fratello e il padre aveva dato festa, perché era tornato sano e salvo. Egli si arrabbiò e non voleva entrare.
Allora uscì il Padre a pregarlo di partecipare.
Ma lui rivendicava il suo comportamento: “Sono rimasto fedele ai tuoi comandi e tu non mi hai dato neppure un capretto per fare festa con i miei amici. Mentre mio fratello, che ha sperperato tutto con le prostitute, è tornato e per lui hai ammazzato il vitello più grasso”.
Il cogliere come il fare il Proprio Dovere, se non se ne è convinti, si ha sempre da rivendicare e pretendere qualcosa in cambio.
Mentre per il Signore non serve fare il giusto, senza che si fa nella Convinzione e nella Bellezza, perché si crede che il Giusto ha Sempre la Sua Ricompensa dal Padre, se si Solleva lo Sguardo e si Anela all’Amore.
Se poi ci sono peccatori e, come allora, pubblicani, che entrano nella Conoscenza e si Convertono, allora trovano la Gioia Piena dell’essere Giusti, Servitori, Consapevoli che nulla è dovuto, ma Tutto è Dono.
Questa Parabola mi Testimonia che è Giusto lasciare la Libertà delle Decisioni ai Figli e far seguire la Speranza che trovino la Retta Via.
E, qualora si dovessero perdere, ancora di più aggrapparsi alla Speranza di aprire il Cuore e tornare sui propri passi e vivere il Giusto, Che è Gradito al Padre.
Gesù ci ha Insegnato: prima di giudicare, Insegna la Conoscenza, poi lascia la Libertà. Prima del giudizio di condanna, spera nel Frutto di Ciò Che di Buono hai Insegnato e aspetta con Pazienza il Ritorno del Figlio Prodigo”.
(11.03.2023 Sabato. Ss. Eulogio, Salomone e Rodrigo, Martiri).


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