221-16 Ap 4, 1-11 “Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente”.
|
21/08/2011 |
221-16 Ap 4, 1-11 “Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente”.
Il Trono.
Ap 4, 1 Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima avevo udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito. 2 Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto. 3 Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono. 4 Attorno al trono, poi, c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo. 5 Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio. 6 Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d’occhi davanti e di dietro. 7 Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente aveva l’aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l’aspetto d’uomo, il quarto vivente era simile a un’aquila mentre vola. 8 I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente, Colui che era, che è e che viene! 9 E ogni volta che questi esseri viventi rendevano gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli, 10 i ventiquattro vegliardi si prostravano davanti a Colui che siede sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettavano le loro corone davanti al trono, dicendo: 11 “Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono”.
Luci su Ap, 4, 1-11.
Ap 4, 1a “Dopo ciò ebbi una visione” : vedo Giovanni. È come se viene avvolto da un Torpore, come se stesse dormendo ed è Gesù che opera questo in lui.
È come se lo colgo come un Agnellino Mansueto, che attende che il suo Pastore lo guidi.
4, 1b “una porta era aperta nel cielo” : Gesù precede Giovanni e lo conduce davanti ad una Porta del Cielo.
Colgo lo Stupore di Giovanni nel vedere la Concretezza del Regno dei Cieli. Trova una Porta Aperta: è quella Porta che Gesù gli ha aperto per fargliela varcare, portarlo nella Conoscenza della Vita Spirituale.
4, 1c “La voce che prima avevo udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito” : questo Invito di Gesù a Giovanni a mostrargli la Porta Aperta dei Cieli era per dargli Prova che Ciò che lui avrebbe visto erano Rivelazioni, che solo i Cieli potevano sapere.
È come se Giovanni dovesse attingere dal Compiuto di Dio.
Quante Rivelazioni fatte a Giovanni, quanto Infinito è stato dato di vedere e di sentire a Giovanni. Colgo di quanta Pace Gesù avesse inondato Giovanni, per poter cogliere Tutto nell’Abbandono.
È come se attraverso gli Occhi di Giovanni vedessi tutto lo scorrere della Storia dell’Umanità, fino ai giorni nostri. E quanto Giovanni conoscesse le Sorti di questa Umanità! L’unico che ha avuto la Grazia dal Signore di poterci rivelare Tutto Ciò che sarebbe stato, per il Ritorno del Signore su questa Terra.
Colgo quanto è Importante che tutte le Verità scritte nell’Apocalisse vengano portate alla Luce, perché attraverso le Rivelazioni di Giovanni, Gesù possa operare in Pienezza in questo Tempo, perché Egli prepari il Sentiero alle Coscienze dell’Uomo, ai Cuori, alle Menti e poi Gesù, varcando quella Soglia di quella Porta, possa dare Compimento dell’Opera di Dio.
Non si può scappare da Ciò che è già stato stabilito da Dio!
Il restare in disparte, il restare in silenzio non è altro che firmare la propria condanna, perché non sta all’Uomo compiere la Salvezza dell’Umanità, ma solo Dio può compiere tale Grandezza.
Solo la Forza dell’Amore di Dio può riuscire in tale Opera! L’Uomo può accogliere, ascoltare e mettersi in salvo, ma Dio va al di là di ogni limite e può essere la Parola per tutti e operare la Salvezza per tutti.
4, 2a “Subito fui rapito in estasi” : quanta Luce in Giovanni! È come vedere una Scia di Luce che và, và verso l’Alto. È come se tutta la sua Vitalità, tutta la sua Forza è Protratta verso l’Alto, quell’Anima che viene attirata dalla Luce e il suo Corpo Inerme, Accasciato, così Piccolo Umile, Mansueto.
4, 2b “Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto” : è tutta una Trasparenza, ma è Tutto Presente! Quel Trono che ti dà l’impressione di Qualcosa di Maestoso, perché seduto c’è un Qualcosa di così Immenso! Di così Grande! È Qualcosa che va al di là della conoscenza, al di là dell’immaginazione umana!
È un Qualcosa che non si descrive! Ma c’è, si vede!
È un Qualcosa che l’Anima riconosce, è quella Grandezza che vive l’Anima, ma che non è dato di cogliere all’Uomo, perché va al di là dell’orizzonte umano.
È come se è una Luce Che si modella e cogli che Lì, seduto, c’è l’Assoluto, Che si fa Padre, Che si fa Amore, Che si fa Sapienza e, per Grazia, dona a Giovanni il vedere e il sentire di Ciò che deve essere Testimonianza per l’Eternità!
4, 3a “Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina” : è come se vedo una Base fatta di Nuvole ed è il Trono e, poggiato su quella Base, è come se vedo una Pietra Preziosa: un Diamante.
È una Tale Preziosità! Una Tale Luce! È una Luce Infinita, non si riesce a vedere un Inizio. È Qualcosa di Accecante! Tanti Colori! Primeggia il Color Porpora, quel Giallo Oro e quel Rosso Rubino.
4, 3b. “Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono” : ancora Luce! Ancora Colori! Un Arco fatto di Preziosità, un Qualcosa che sta Lì, a coronare quel Trono.
È come voler dare Visibilità all’Amore, una Nota di Colori, di Preziosità, di Infinitamente Bello! Di Infinitamente Calore e Pace. È come se è un Qualcosa di introvabile, eppure Lì c’è, è davanti allo Sguardo di Giovanni, ha un’Esistenza e una Corposità!
4, 4 “Attorno al trono, poi, c’erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con corone d’oro sul capo” : colgo che sono i Prescelti di Dio, coloro che vivono l’Eterno, Coloro Che contemplano quella Luce e quella Luce li ricolma d’Amore, rendendoli così Splendenti.
Colgo quei Troni, di Pietra Trasparente. Sono così arricchiti di Pietre preziose, così lavorati, con Disegni così Armonici: alcuni sembrano delle Facciate di Cattedrale.
E ognuno dei Ventiquattro Vegliardi ha una Corona e ognuno di loro: vedo queste Figure Bianche, Splendenti, che sono sedute a quei Troni. È come se in ognuno di loro c’è il narrare di ogni tempo e di ogni luogo: è come se sono dei Filtri, coloro Che narrano a Dio.
Li colgo come se sono i Ministri di Dio, Coloro Che vegliano su tutto il Creato.
4, 5a “Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni” : questo era il Linguaggio di questi Vegliardi: i Tuoni: era l’Amore che esplodeva, i Fulmini: era la Luce Che incontrava la Luce. Tutto era Eco nel Cielo, quell’Esplosione d’Amore, che raggiungeva ogni Lembo di Cielo. È il loro Linguaggio Universale. Tutto è Luce! Tutto è Armonia! Tutto è Suono!
È una Melodia d’Incanto.
4, 5b “sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio” : vedo dei Gradini Bianchi. Sopra a questi Gradini vedo un Tavolo di Luce, come di Nuvola Trasparente, ma è tutta color Giallo-Oro.
E, davanti, vedo come delle Torce Accese. Provo a spiegare come sono fatte queste Cose: è come se fossero Tutti Rami, Rami d’Oro. Sono Alti.
È come se dentro questi Alberi scorre una Fiammella: le colgo come Torce, ma con queste Forme. Sono Fiamme Trasparenti. Sono Fiamme d’Amore. Emanano Calore, ma è un Calore d’Amore: è l’Espressione di quell’Amore che arde, la Purezza che si trasforma in Fiamma. È Tutto così Strano, non si può descrivere.
4, 6a “Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo” : colgo che Tutto Ciò che è Cielo e Terra scorre in questa Trasparenza, in questo Cristallo: è come se Dio posa lo Sguardo su questo Specchio di Luce, dove lo scorrere non è acqua, ma il vivere di Tutto Ciò che ha creato.
E Dio vede attraverso questa Trasparenza: non è altro che la Concretezza dello Scrutare di Dio e come, di fronte all’Immensità di Dio, tutto Ciò che è Cielo e Terra, è come se è racchiuso in quel Piccolo Strato di Cristallo Trasparente.
4, 6b “In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d’occhi davanti e di dietro” : Ciò che vede Giovanni non è altro che l’Espressione del Pensiero del Padre, quella Forma Viva, tutti quegli Occhi, è come dire: che tutto è sotto lo Sguardo di Dio.
Dio è Colui Che crea. Dio è Colui Che è Presente, è Colui Che vede e sente, di Continuo, in ogni Dove, in ogni Luogo, in ogni Istante. Questa è Testimonianza per Giovanni e, attraverso Giovanni, la Rivelazione Eterna.
Colgo questi Esseri Viventi come se prendono l’Aspetto di questi Simboli: del Leone, del Vitello, dell’Uomo, dell’Aquila. E tutti questi Occhi di Luce sono delle stesse Profondità dello Sguardo di Dio, Che scruta tutto il suo Creato. È come se Dio, attraverso questi Occhi di Luce, scrutasse ogni Essere Vivente: il Simbolo della Forza, il Simbolo della Mansuetudine, il Simbolo del Creare, dell’Intelligenza e il Simbolo della Libertà, dell’astuzia.
È come vedere quanto Tutto è Vicino a Dio, queste Creature che sono al suo Cospetto, sono Creature Viventi di Luce, di Pienezza, che Dio osserva di Continuo. È come se sono lo Specchio, il Riflesso di Tutto Ciò che accade nel Creato: la Luce della Natura, la Luce delle Creature, la Luce dell’Aria, dei Venti, dell’Atmosfera, di Tutto Ciò che Lui ha creato.
La Luce di Cui è circondato Dio nella sua Casa è Luce di Concretezza. Il Pensiero di Dio Che crea di Continuo.
Ogni cosa che sussiste nel Creato è tutto davanti al Cospetto di Dio. Queste Immagini Spirituali è come se fossero Messaggeri dove Dio, di Continuo, osserva Tutto.
Il cogliere che in Dio non esiste la distanza, il tempo, Lui ha tutto davanti ai suoi Occhi. È come se Dio, in qualsiasi istante, può avere tutto il Resoconto di Ciò che stanno vivendo gli Esseri Viventi.
Colgo questi Esseri Viventi come dei Filtri: Dio, Che scruta attraverso quegli Occhi ma, nello stesso tempo, Dio non viene raggiunto dalle impurità. Sono Esseri Viventi a Servizio di Dio, come se fossero dei Custodi della Luce, della Purezza. È come se davanti allo Sguardo di Dio arrivasse una Supplica di Perdono e questo Perdono è per un atto gravissimo, un oltraggio a Dio; e vedo il Passaggio che, per arrivare a Dio è come se viene filtrato da questi Esseri Viventi, così che a Dio arrivi solo la Luce di quel Richiamo di Supplica.
Il cogliere questi Esseri Viventi come Guardie, come Custodi della Luce di Dio.
4, 7a “Il primo vivente era simile a un leone” : è come se il Primo Vivente è Colui Che riassume tutto il Mondo Animale: è lì, a guardia di tutte quelle Creature che Dio ha messo sulla Terra. Colui che è Lì, a Testimonianza del Richiamo del Mondo Animale.
Il cogliere il Richiamo della foresta, il Richiamo di Dio: “Sono mie Creature: Rispetto e Amore”. La Regalità, il richiamo del Rispetto, a ognuno il suo Spazio; quel colore del suo bel manto: il richiamo di un’Appartenenza ed un raggio di Luce. La sua ferocia per richiamare la distanza: “Non feritemi, non catturatemi, ho in seno la Libertà”: questo era Ciò che era nel Pensiero di Dio.
Dio Che ha espresso la sua Saggezza in Tutto Ciò che ha creato. Colgo che ha dato Vita dal più Piccolo Essere al più Grande, al più Diverso, ma è come se avesse, in fondo in fondo, armonizzato tutta la Creazione: da ogni essere ha tratto degli Insegnamenti per ogni Creatura.
4, 7b “il secondo essere vivente aveva l’aspetto di un vitello” : quel Vitello lo colgo come Colui Che dà, Colui Che rende Servizio. È come se Dio avesse dato una Tale Varietà e poi ci avesse anche indicato il leone, colui che è stato creato come Difesa, da cui stare a distanza. colui Che può difendere, ma è sempre pronto ad attaccare: un’Arma a doppio taglio: vigilare sempre sul leone.
E lo colgo come se fosse un animale simile a quell’io dell’Uomo, il suo temperamento lo porta ad incoronarsi.
E poi lo sguardo torna su questo vitello: un animale così Indifeso, ma che è Modello per l’Uomo. È come se le caratteristiche del vitello debbano essere prese da Esempio dall’Uomo, perché è colui che collabora, è colui che si mette a Servizio. È quell’animale di cui ci si può servire in vita e in morte.
È come se colgo che è un Animale Completo. Davvero è come se è Dono.
È come se vedessi l’ipocrisia dell’uomo. Vedo quell’incoronarsi come un leone, però tenercisi a distanza. E poi, a sua volta, il fare di quel vitello un idolo, perché è qualcosa che può tenere a bada, un qualcosa inferiore all’Uomo, che l’Uomo può gestire, può governare, può distruggere da un momento all’altro. È come se vedessi l’innalzamento dell’uomo e poi tenersi a distanza dalle cose che possono sopraffarlo.
Questo è un Insegnamento di come il più forte schiaccia il più debole, l’uomo che si fa leone, per mettersi al di sopra di tutto, servendosi dei più deboli. E vedo come l’uomo non fa mai delle conquiste partendo dalla Verità, dalla Giustizia e dalla Luce, ma i più deboli li schiaccia e i più forti li conquista con menzogna, con l’astuzia e con intrighi.
4, 7c “il terzo vivente aveva l’aspetto d’uomo” : adesso, quando arriva l’Uomo, è come se vedo con un altro Sguardo, come Dio aveva pensato quel Leone e quel Vitello e come, invece, per l’Uomo quel leone e quel vitello erano idoli da adorare; e come nel corso del tempo l’Uomo, attraverso gli Insegnamenti di Gesù, è riuscito ad accantonare questi idoli: il leone, il vitello.
Ma non è mai riuscito ad accantonare il suo io come idolo.
E vedo l’Uomo. E vedo il leone e quanto Dio l’ha fatto con le stesse caratteristiche, dando al leone la possibilità di difendersi dalle insidie della foresta. Così aveva dato all’Uomo il difendersi dal male, l’essere Ricco di: adesso vedo l’Uomo e vedo il Vitello: per l’Uomo avere quella Ricchezza della Mansuetudine di quel Vitello, dell’avere quella Completezza per servire, davvero il poter dare Tutto, perché Completo di Tutto: all’Uomo non manca nulla!
Se l’Uomo avesse accolto il Dono di essere a Immagine e Somiglianza di Dio, con quale Dignità sarebbe stato Re del suo Essere, perché Discendente della Sapienza di Dio. E quanta Pace! E quanta Pienezza se si fosse contentato di Ciò che Dio gli aveva donato.
E vedo il pascolare del Vitello: quell’erbetta verdeggiante.
E quel Pane e quel Vino: il Nutrimento dell’Uomo.
Colgo quanto per gli animali lo sguardo si ferma sulla terra: il cibo che viene dalla terra e il tenere la testa china.
Poi vedo il Nutrimento dell’Uomo, l’attingere dalla terra, l’orientarsi ai Cieli e il potersi sollevare da terra: quella Ricchezza in più, che è nell’Essere Umano, ciò che lo differenzia dagli animali: l’animale che è ancorato alla terra.
E l’Uomo che ha il Dono di sollevarsi dalla Terra, perché è orientato ai Cieli.
4, 7d “il quarto vivente era simile a un’aquila mentre vola” : l’Aquila, il Simbolo della Libertà, le Ali come gli Angeli, quel sollevarsi da terra, quel Simbolo di Compimento per ogni Creatura, per ogni Vivente la Meta Ambita.
È come se con questi quattro Esseri Viventi si potesse racchiudere Uno dei tanti Significati del Pensiero di Dio. È come se Dio mostrasse a Giovanni l’Essenza di Ciò che sta nei Cieli e quella Concretezza che sta sulla Terra.
Come il Pensiero di Dio è diverso dal pensare dell’Uomo!
Ciò che noi distorciamo del Dono di Dio, per poter sfruttare, per poterci servire, per poter governare, quanto invece Dio, su ogni Cosa che ha creato, aveva uno Sguardo Tutto Diverso.
Ogni Singola Cosa creata da Dio aveva un Compiuto di Bellezza e di Salvezza. Era tutto visto con un Occhio d’Amore. Il tempo, il peccato, molte cose le ha rese vane, ma Giovanni contempla Ciò che è lo Sguardo di Dio, Ciò che Dio aveva creato, nel Pensiero di Dio è rimasto immutato.
L’Umanità ha distorto tutto. E ne paga le conseguenze.
Ma nei Cieli, Dio non ha cambiato niente: nel suo Regno Tutto è rimasto immutato e Tutto tornerà ad essere così come Dio aveva stabilito.
È come se Dio ha dato una Lezione d’Amore a Giovanni, facendogli vedere le Verità che sono rimaste impresse nel Pensiero di Dio. Dio ha mostrato a lui delle Concretezze, perché in lui fosse Luce e perché lui desse Testimonianza ai Figli della Terra.
È come se Giovanni sta con lo Sguardo rivolto a quest’Aquila.
È come se cogliessi un Insegnamento da questo Sguardo di Giovanni, che si posa su questo Essere Vivente: come Dio l’ha resa Libera, quella Libertà di cui quest’aquila riesce a disporre: la Possibilità di volare e la possibilità di rimanere ancorati alla terra.
E se decide di volare e di riprodursi, come se volesse prendere Coscienza che il suo posto non è attaccato alla terra, ma è il Volare verso la Libertà e, una volta che ha preso questa Decisione, il Signore le mostra che il suo Posto è in alto, le offre la Protezione di insegnarle per essere libera: “Vola Alto, poggiati in Alto e non c’è nessuno che può raggiungerti”.
Questo è Ciò che doveva sfruttare l’Uomo come Esempio: il sollevarsi da terra, per spiccare il Volo verso l’Alto e il riposarsi in quegli Orizzonti, Dove Dio opera: il vivere la Parola di Dio, la Bellezza dei suoi Frutti e poi Lì riposarsi, custodirsi in Alto e continuare il riprodursi, portando quella Scia di Sapienza, perché così come l’Aquila, per insegnare ai suoi Piccoli a volare, stando da quel nido così in Alto, così l’Uomo che, raggiunta quella sua Libertà e poi da lui il generarsi, la Discendenza: non può fare altro che trasmettere quella Libertà che ha raggiunto.
È come se fosse un Insegnamento Spirituale, come dal creare questo Animale il Signore avesse pensato di dare Esempio all’Uomo, di quanto si è protetti se ognuno ascolta Ciò che era il Pensiero di Dio.
Ogni Cosa era stata fatta perché facesse il suo Corso, ognuno avesse i suoi spazi, i suoi limiti. Ma quanto il peccato ha fatto diventare tutto così promiscuo, così confusione! Quante cose l’Uomo, partendo dal suo pensiero e creando, poi ci ha inserito Dio, ma si è sempre dimenticato di dire che era dell’uomo, ma non l’aveva pensata Dio.
Perché la Bellezza di Dio non porta distruzione, non porta dolore, ma porta solo Amore.
Colgo questi Quattro Esseri Viventi come l’Espressione di un Insegnamento, per poter discernere quell’Immensità del Pensiero di Dio, che si fa Concretezza e Piccolezza, per poter dire che il leone ha in sé quella Maestosità quella Forza.
È come se vedo questo, è come se è un volerci mostrare: in quell’essere c’è la Forza, c’è quell’essere Condottiero. Ma non basta essere solo forti. Quella Forza ha bisogno di quella Mitezza del vitello e di quella Forza e di quella Mitezza è ciò di cui ha bisogno quell’Uomo.
Forza, sì, per rispettarti e portare Rispetto; Mitezza sì, per essere Sostegno e sostenere, per essere Veritiero, ma Giusto, per essere così Completo, da possedere un’Appartenenza di Dio.
E se sei Tutto questo sei ad Immagine e Somiglianza di Dio e se Dio è nell’Alto dei Cieli, ci ha fatto Dono di quelle Ali di Aquila, per poterci sollevare da terra e raggiungerLo.
Colgo come Dio in questi Quattro Esseri Viventi ha impresso e mostrato una Circolarità che è Uno dei tanti Esempi che appartengono al Pensiero di Dio. Un Insegnamento dove l’Uomo deve meditare per riuscire a cogliere quanto Dio ci ha resi Perfetti.
E quanto siamo usciti da quella Perfezione: e adesso ricomincia Giovanni con lo sguardo su quel leone e il frutto che viene fuori è la paura, il terrore, l’essere divorati e il divorare. In quel vitello: il non essere preso in Considerazione, il sopraffarlo da un momento all’altro, la poca stima il servirsene, e l’essere servito. In questo passaggio vedo che è sfruttato e mangiato.
E poi l’Uomo la sua arroganza, la sua presunzione, il suo farsi spazio, il suo incoronarsi re, l’essere servito, l’essere debitore e non sdebitarsi mai l’essere a sua immagine e somiglianza per non pronunciare un semplice: “Grazie”.
E poi il vedere quell’aquila che usa il suo volo per poter arrivare di soppiatto, prendere la preda, il catturare a tradimento, il suo volare che diviene pericolo, un pericolo da abbattere, un essere catturato, la fine della Libertà. Questo è il processo del male, che ha oscurato il Pensiero di Dio.
Quanto Dolore in Giovanni, che assiste a questa Scena. Il chiedere Pietà a Dio, il chiedere Perdono.
Quanto male! Quante ferite abbiamo arrecato ai Cieli!
4, 8a “I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi” : questi Esseri Viventi si presentano con sei Ali: due le colgo sulla Testa, due sulla Schiena e due un po’ più in basso: sono le Ali della Santità, l’Espressione della Libertà, che faranno da Specchio a quelle Anime in Cammino: anche la più piccola impurità deve essere sciolta e loro sono a Testimonianza di quanto le Anime hanno raggiunto la Purezza e la Purezza la valutano servendosi del Bagaglio della Sapienza impresso nelle Ali Sante, perché a Servizio del Padre.
I Quattro Esseri Viventi sono coloro che sono di Sostegno durante il Cammino di Purificazione, verso il Compimento della Purezza.
È come se stanno Lì, e scrutano e vedono tutto il vissuto delle Anime che arrivano alla Casa del Padre. È come se tutti quegli Occhi sono quei Fari che vegliano su quelle Anime dal momento del Concepimento, fino al Ritorno nella Casa del Padre. È come se ogni Anima va ad accendere una Luce in più su quelle Ali. Hanno una Sapienza molto Grande e hanno un Bagaglio di Eterno molto Grande. È come se in loro è impresso tutto il Cammino della Creazione: ogni Cambiamento di ogni Generazione loro ne sono a conoscenza.
Li colgo come coloro che vanno in Soccorso alle Anime, perché nei loro Occhi è impresso tutto il vissuto dell’Anima e in quel Vissuto è come se passa Gesù, fa da Specchio, ma poi rimane impresso in questi Esseri Viventi e loro poi sono Lì, a Servizio di Dio, perché ogni Anima ripercorra tutto il Vissuto e con questa Presenza di Gesù Che lava di Continuo e ogni Passo in Avanti che riescono a fare è una Luce in più di Bellezza, che si va ad imprimere a queste Ali, perché quelle Ali stanno a rappresentare il Baluardo della Casa di Dio.
Solo quando si è così Liberi di essere sorrette e portate in Alto ed è come se sono quelle Ali che Le fanno salire, le indicano la Via. Solo quando quelle Anime hanno quella Leggerezza di quella Santità di Ali, entrano a far parte di quell’Eterno di Dio. Dio Che si serve delle sue Creature per essere di Sostegno a quelle che varcano quella Soglia di Luce. È come se sono gli Operai di Gesù, coloro che aiutano a rendere Grazie a quelle Anime che tornano ad essere Appartenenti alla Casa di Dio.
4, 8b “giorno e notte non cessano di ripetere” : sono coloro che annunciano di continuo la Sapienza di Dio. Ogni Anima che entra a far parte della Casa del Padre è come se poi partecipano di questo Eterno. Alle Anime viene dato di vedere, perché loro narrano, parlano di Dio, del Pensiero di Dio.
Colgo come se è una Scuola dove si trova la Pienezza, il Tutto, perché è un Narrare, è un Raccontare di Dio. È come se chi abita nella Casa di Dio, che non conosce il Passato, davanti a questi Esseri trovano anche il Passato. È come se ognuno viene a conoscenza di tutta la Storia, è come se vengono messe a Conoscenza di Ciò che era il Pensiero di Dio, di Ciò che è stato con il peccato originale, proprio il far conoscere Dio nelle Vesti di Padre Buono.
È come se colgo che più le Anime si rivestono della Sapienza di Dio, dell’Amore di Dio e più le Ali di questi Esseri Viventi si riempiono di Gloria, quelle Ali Spirituali, quelle Ali di Santità che si nutrono e si arricchiscono narrando delle Lodi di Dio.
4, 8c “Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!” : colgo che rendono Lode a Dio per tutte quelle Anime che partecipano dell’Ingresso al suo Regno, per la Perfezione che Dio ha creato, quel Dono: il Pensiero di Dio che arriva sulla Terra con il Concepimento, che tocca ogni genere di vissuto, ma quella Perfezione che poi ridiventa Accoglienza e Ritorno al Padre, quello Spirituale che si fa Concretezza e poi si rifà Spirituale.
E questi Esseri è come se contemplano quanta Grandezza c’è in Dio e Gliene danno Lode.
4, 9 “E ogni volta che questi esseri viventi rendevano gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli” : colgo quanto questi Esseri hanno preparato queste Anime, che è uno scorrere di continuo e sentono questo Amore di Dio Pronto a farle entrare in questo suo Abbraccio: Lì è l’espandersi della Pienezza, Anime che vivranno per l’Eternità.
Colgo la Gioia di questi Esseri, perché è Gioia in Dio, perché il suo Pensiero è tornato alla Casa e in questo Pensiero la Gioia dell’Amore che viene donata di continuo.
Colgo davvero un Dio Che è più per donare, che per ricevere. È quella Fonte Che genera un’Immensità d’Amore. È come vedere una Cascata di Luce, Che si ingigantisce sempre di più e che si effonde sempre di più. E questo è il ripetersi ogni Istante: le Anime che tornano al Padre, i suoi tanto Amati Figli.
4, 10a “i ventiquattro vegliardi si prostravano davanti a Colui che siede sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli” : sono in rappresentanza di tutti quei Padri Che regnano nella Casa di Dio: tanto più cresce questo Regno, tanti più Figli tornano al Padre e tanto più questi Vegliardi si prostrano per ringraziare.
È come se colgo questi Vegliardi di continua Preghiera, e ogni Figlio che entra a far parte di quell’Eterno è Vittoria e Canto per i Cieli: Tutti hanno collaborato, Tutti hanno partecipato affinchè quelle Anime fossero riportate a quel Regno Dove Dio dimora.
Colgo questa Immensità di Luce nella Casa di Dio: è come se in tanti vi partecipano e vi abitano, ma quando succede questo Processo, colgo che sono quelle Anime più vicine a Dio, più Ricolme di Luce, più Rivestite di Santità, sono Coloro che, a loro volta, possono ridonare a quelle Anime che sono più in Basso.
È come se colgo che le altre Anime sono in Cammino verso Dio, invece quelle che sono passate davanti ai quattro Esseri Viventi e che c’è stata questa Lode di Ringraziamento dai Ventiquattro Vegliardi, sono coloro che hanno visto più da vicino la Luce di Dio e vivranno per l’Eternità e doneranno per l’Eternità, perché sono arrivate alla Pienezza e, in quella Pienezza, Pronte a donare.
Colgo come se sono coloro che attingono da Dio ed espandono nei Cieli. E Dove arrivano, conquistano un Pezzo di Cielo, donando Santità, ricoprendolo di Santità: è come se non possono essere più inquinate, non possono più perdersi, ma contemplano Dio di Continuo e possono operare nei Cieli.
4, 10b “e gettavano le loro corone davanti al trono” : quelle Corone sono Corone di Umiltà, Corone di Ricchezza Spirituale. Colgo che queste Corone racchiudono il loro Bagaglio di Santità e il gettarle davanti a Dio non è altro che un chiedere, un attingere: un attingere ancora più Santità, più Bellezza; è un chiedere a Dio di ricolmarle, perché è Ciò che aspirano, è Ciò che attendono di continuo, poterle riindossare con una Luce più Accecante.
La Ricchezza di Dio Indossata.
Colgo questi Vegliardi con una Devozione, con una Adorazione così Grande verso il Padre. Il loro ServirLo è una Ricompensa così Grande per loro, perché riconoscono la Pienezza del Padre e quanto, per Grazia, loro sono i Prescelti che possono attingere, coloro ai quali viene permesso di contemplare il Volto del Padre.
Colgo un Luogo di Estasi, c’è così tanta Gioia così tanta Luce: è la Pienezza dell’Amore. Non c’è Regalità più Grande che portare la Corona dell’Amore e in questi Vegliardi c’è tutta la Pienezza del Riconoscerlo e Dio gli dona di viverla.
4, 10c-11a “dicendo: 11 “Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza” : il testimoniare davanti a Dio di questi Vegliardi è il riconoscere in Pienezza l’Assoluto: Dio come il Tutto e davanti a Chi prostrarsi e adorare se non davanti a Colui Che è Che è stato e Che sarà?
In questi Vegliardi il riconoscere come hanno utilizzato l’attingere dalla Sapienza di Dio: li ha ricompensati di Gloria, ma una Gloria di Ricchezza, la Ricchezza dell’Amore.
4, 11b “perché tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono” : il riconoscere Dio come Creatore, perché Tutto Gli appartiene, da Cui Tutto ha avuto Origine, di quell’Origine ci ha resi tutti partecipi, ma è Lui, Quello Che detiene Tutto nel Palmo della sua Mano.
Se ogni Figlio incarnasse queste Parole quanto avrebbe da vivere la sua Vita come un Dono e tutto Ciò che conquista è solo Dono, perché già è stato conquistato dal Padre.
Colgo lo Stupore di Giovanni, che ha avuto il Dono di varcare la Soglia del Cielo guidato da Gesù e gli ha mostrato alcuni Pensieri del Padre e, in quel Piccolo scrutare il Cielo, è come se gli ha dato solo una Piccola Parte da vedere, è come se in quel Piccolo Assaggio è stato donato a Giovanni Ciò che è il vivere la Pienezza di cui Dio aveva pensato per ogni Essere, per ogni Creatura Vivente.
Colgo come se Giovanni si rendesse Conto che in lui tutto è Luce tutto è Verità, tutto è Saggezza e tutto è Presente, perché Gesù gli ha tolto quel velo di grigiore del peccato e il cogliere che, essere nella Luce di Dio: ogni Uomo avrebbe una Vista e un Udito Giusti e Veritieri e si potrebbe vivere un Mondo così come ci è stato insegnato dal Padre Celeste attraverso Gesù.
Gesù: “Il Principio dell’Amore che accomuna tutti nel Rispetto e nell’Aiuto. E così sia!”.
Ap 4,1-11: Visione.
Vedo un Trono, fatto di Pietra e seduto ci sta Dio. È tutto Trasparente, però vedo i Capelli Lunghi, la Barba Lunga, Tutto Bianco e, davanti a Lui c’è uno Specchio, che vi ci si riflette. E questo Specchio è come se fosse tridimensionale: è come se racchiude il Compimento di Tutto il Passato, il Presente, il Futuro.
E poi vedo quello che chiama Arcobaleno: lo vedo come un Qualcosa di poggiato su questo Trono, come una sciarpa appoggiata sul collo ed è come se è fatto di porporina, tutto Incandescente.
Ed intorno a questo Trono vedo degli Angeli, con le Trombe dorate ed ogni Tromba ha un Suono diverso, una Melodia diversa e ogni Tromba è orientata in una direzione diversa. Colgo che da queste Trombe il Suono diventa consistente e prende la forma di un Angelo e questi Angeli sono Messaggeri e portano la Parola di Dio in ogni direzione.
E queste Lampade, più che Lampade vedo degli Incensieri con l’Incenso. Questo Incenso che esce da questi Lumi è come se è l’Essenza di Dio ed è come se questo Incenso si trasforma in un propagarsi d’Amore, in un propagarsi di Dio.
E poi in Testa a Dio non è una corona, sono i Capelli a forma di Corona.
Colgo che ha un Anello ed ha la forma di un Intreccio di Vimini e sopra è come se c’è il riflesso di questo Specchio, che Lui ha davanti.
E sento. che Questo Dio dice: “LUCE DIVINA nei Secoli dei Secoli. Amen”, una Parola che racchiude il Tutto, la Potenza, la Grandezza Immensa; il Potere lo può tenere solo Chi ha questa Luce davanti, questo Compimento del Tutto. È come se dice che solo Lui è Colui Che può: solo e soltanto Lui; se c’è Qualcuno al Quale si debba Riconoscenza, Amore, Devozione, Santità, Onnipotenza è a Lui e a Lui soltanto.
Colgo che davanti a Lui c’è una Folla di Anime Bianche e queste Anime contemplano la sua Bellezza.
È come se da questa Trasparenza vedessi un Cuore d’Oro: ma è così Scintillante, così Luminoso. Dio ha gli Occhi proprio color Cielo e in questi Occhi c’è l’Immensità. E se li guardo è come se ti ci perdi: entri in un Mondo Irreale, che non esiste sulla Terra.
E poi colgo che questo Dio guarda queste Anime e queste Anime si riempiono talmente tanto e, con questa Pace, poi prendono Sonno. Le vedo che si adagiano davanti a Lui, però in una Beatitudine, in una Pace: è come se cadono in un sonno. E queste Anime che giacciono, adesso diventano sempre più Luminose e su questa Luce è come se si sovrappongono ed è come un ripetersi di questo Rituale.
Man mano che queste Anime si sovrappongono e si estendono, formando un Corpo di Luce attorno a questo Scenario è come se si forma un’Aureola di Luce, di Santità. Tra queste colgo anche Barbara e mi chiedo se si meraviglia, se ha bisogno di qualcuno vicino a Sé. Chissà perché la sento sola e bisognosa.
Gli Angeli: alcuni li vedevo con Capelli ricci e biondi, altri con le Ali, le piume bianche.
Vedevo gli Occhi di Dio che erano un Cielo: un’Immensità. E vedevo quegli Occhi e, vedendo quegli Occhi, è Lì che mi è passata Barbara, perché aveva occhi stupendi, ti davano l’impressione del Cielo.
Colgo che questo Anello che ha Dio, sopra è come se ha questa Pietra a forma di Specchi e si riflette il Cielo. Ed è come se è un Invito al Papa e ai Vescovi: così deve essere l’Anello: Specchio dell’Anima. E quell’Intreccio di Vimini deve rappresentare la Corona che portava sulla Testa Gesù.
Questo rappresenta l’Anello che porta questo Dio: è come se quel Dito regge il Mondo e quel Dito tiene quell’Anello, quella Pietra che regge il Mondo: la Sofferenza di Gesù, rappresentata da quell’Intreccio di Vimini: la Corona di Spine di Gesù.
Vedo come se il Rosso dell’Anello è un racchiudere il Sangue di Gesù e il Cuore di Maria. Se uno vuole portare un anello, deve essere a forma di Cuore: il Cuore di Maria e, Rosso, il Sangue di Gesù” (21.08.2011 Domenica. S. Pio X. Ss. Lussorio, Cisello e Camerino).
Luci sulla Visione.
1 > “Vedo un Trono, fatto di Pietra e seduto ci sta Dio. È tutto Trasparente, però vedo i Capelli Lunghi, la Barba Lunga, Tutto Bianco” : È il cogliere il manifestarsi di Dio, il suo farsi Piccolo per poter donare la sua Parola. Il rendersi Concretezza: un Trono fatto di Pietra e un cogliere un Uomo di altri tempi, un Uomo Vissuto.
2 > “e, davanti a Lui c’è uno Specchio, che vi ci si riflette. E questo Specchio è come se fosse tridimensionale: è come se racchiude il Compimento di Tutto il Passato, il Presente, il Futuro” : colgo questo Trono fatto di Pietra, per esprimere la Solidità, come un Qualcosa di Incorruttibile.
E poi questa Trasparenza: è il cogliere questa Figura come una Persona Anziana, dove a Lui niente è più Novità, dove non ha più niente da imparare: è la Pienezza della Sapienza del Vissuto Eterno.
E il vederLo davanti a questo Specchio ed è come se Gli passa Tutto davanti: la Nudità delle Cose, le Profondità di ogni Cosa. Quanta Verità e quanta Chiarezza! Quella Nitidezza che è in Lui senza dubbi, senza sfaccettature, senza perplessità e il cogliere come Luce Purissima e quindi non ha bisogno di attingere da ciò che Gli scorre davanti, ma ha solo da donare per ricolmare tutto ciò che non è perfezione.
3 > “E poi vedo quello che chiama Arcobaleno: lo vedo come un Qualcosa di poggiato su questo Trono, come una sciarpa appoggiata sul collo ed è come se è fatto di porporina, tutto Incandescente” : tutte le Bellezze che Dio aveva creato è come se le avesse racchiuse è come se le vedessi racchiuse in questo Arcobaleno, Che Gli fa da Corona: racchiude Tutta la Santità, racchiude la Fede, racchiude la Parola. È come se è Tutto Ciò che investe il racchiuso della Parola di Dio, quella Celebrazione Eucaristica che racchiude la Ricchezza della Luce. E poi i Colori della Natura, della Bellezza del Paradiso.
È Tutto così Immenso. Quanta Vastità c’è attorno a quel Trono e quanto è in Dio si racchiude in quei Colori dell’Arcobaleno.
È come cogliere questo Arcobaleno, Che incorona il Trono e incorona Colui Che vi è seduto.
E colgo la Magnificenza di Dio: quanta Ricchezza! È come se colgo che Tutta questa Appartenenza, Tutta questa Creazione e Tutta questa Parola: non può esserci nessun altro essere al di fuori di Dio.
4 > “Ed intorno a questo Trono vedo degli Angeli, con le Trombe dorate ed ogni Tromba ha un Suono diverso, una Melodia diversa e ogni Tromba è orientata in una direzione diversa” : questi Angeli che vedo sono Angeli che vanno ad attingere alla Sapienza di Dio e poi, con le loro Trombe, annunciano Tutto Ciò che Dio insegna loro: sono i Messaggeri della Parola di Dio, per Tutti quelli che abitano il Regno della Luce.
Colgo tutta la Fedeltà che esiste nel Regno di Dio, Tutti conoscono le Verità d’Amore, la Gioia, la Fratellanza, la Comunione, perché sono così Abbandonati a Dio, che hanno un’Unica Fonte Dove attingono.
È il rimanere Docili agli Insegnamenti del Padre che fa della sua Casa un Regno d’Amore.
5 > “Colgo che da queste Trombe il Suono diventa consistente e prende la forma di un Angelo e questi Angeli sono Messaggeri e portano la Parola di Dio in ogni direzione” : colgo come se questi Angeli sono Allievi della Scuola di Dio.
E colgo tutta la differenza della Scuola che, attraverso il Figlio, ci è stata donata sulla Terra e quante difficoltà e quanti pochi Frutti, perché l’Uomo ne è stato investito, ma non è mai riuscito a vivere la Pienezza, ad incarnare gli Insegnamenti del Cristo.
Mentre Lassù, nel Regno di Dio, Dove esiste la Purezza, Dove esiste questa Nudità di Bene Assoluto, vedo solo Frutti di Luce, Frutti Dorati, Echi di Melodie, la Leggerezza della Pace, della Quiete.
Quanto è Tutto così Rispettoso, così Solenne, ma così Gioioso. È come se Lì il Pensiero e rivestito d’Amore, quindi Ciò che si propaga è solo Bellezza.
6 > “E queste Lampade, più che lampade vedo degli Incensieri con l’Incenso” : sono i Profumi della Santità, è l’Essenza dell’Amore, della Bellezza, è l’Essenza della Celebrazione.
7 > “Questo Incenso che esce da questi Lumi è come se è l’Essenza di Dio” : colgo questa Essenza di Dio come l’Essenza del Perdono: Colui che celebra di Continuo, Colui Che salvifica di Continuo, la Potenza del Bene che vince sul male.
8 > “ed è come se questo Incenso si trasforma in un propagarsi d’Amore, in un propagarsi di Dio” : Dio, Che non conosce distanze, non conosce tempo, non conosce luogo, ma è Tutto davanti ai suoi Occhi: Cielo e Terra e Tutto opera, Tutto sa, Tutto vede.
E Tutto è Pronto a perdonare.
9 > “E poi in Testa a Dio non è una corona, sono i Capelli a forma di Corona” : il cogliere che ogni Cosa che appartiene a Dio, il cogliere che il suo Essere è Tutto una Corona: è Re di Tutto, è il Regnante Supremo dell’Amore, della Ricchezza, Lui Tutto può, qualunque Cosa si possa pensare fino all’Infinito, Lui è, Lui può essere. Ed è per questo che è il Detentore del Tutto.
10 > “Colgo che ha un Anello ed ha la forma di un Intreccio di Vimini” : colgo Dio, Che dà Lezioni di Piccolezza.
Quanto le cose piccole sono Importanti per Dio! Quanto Lui ci insegna che l’Accontentarsi fa parte della Ricchezza. Non ciò che può rappresentare un oggetto, ma l’Importanza del Frutto che scaturisce da quell’oggetto.
Colgo quanto l’Uomo poteva attingere per una Vita Migliore. E quanto, invece, si è contentato di briciole per non aver capito, per non aver accolto in maniera Giusta. Quante Ricchezze il Padre voleva donarci! E quanto non le abbiamo saputo accogliere.
Colgo come se ci siamo fermati a quella terra che ci attrae a sé, siamo andati alla Ricerca, alla scoperta di cose pesanti, di cose futili, che ci hanno incoronati, ma non ci hanno saziati.
Mentre gli Insegnamenti di Dio erano quelli di salire, di staccarci dalla terra e di scoprire le Ricchezze che sono al di sopra della terra, quelle Vie che conducono ai Cieli, che hanno un Sapore di Conquista, ma una Conquista che ci rende partecipi delle Ricchezze del Regno di Dio. Quella era la Meta Ambita dall’Uomo nel Pensiero di Dio, ma non siamo stati obbedienti. Abbiamo preso delle decisioni sbagliate, dando Dolore ai Cieli e pochezza sulla Terra.
11 > “e sopra è come se c’è il riflesso di questo Specchio, che Lui ha davanti” : è come se Dio richiama l’Alleanza che ha stabilita con l’Uomo. Quanto Dio è Fedele alle sue Promesse: è un’Alleanza di Salvezza e vedo l’Arca di Noè. È come se colgo il Significato di Ciò che è impresso in quell’Anello, quei Vimini Intrecciati custoditi da Dio rimangono sempre stabili; ma se li lasciasse nelle mani dell’Uomo, si sarebbero già separati. Per questo Lui rimane Fedele a quell’Alleanza, anche se l’Uomo è sempre pronto all’infedeltà.
Dio, Che coglie sempre il Bello dell’Uomo, per poterlo salvare.
12 > “È come se sento che Questo Dio dice:
“LUCE DIVINA NEI SECOLI DEI SECOLI. AMEN”,
una Parola che racchiude il Tutto, la Potenza, la Grandezza Immensa” : è come se ricordasse all’Uomo che in Dio non ci sarà mai l’abbandono verso i suoi Figli, la sua Creazione. Sta all’Uomo non camminare da solo, non lasciare mai quel Sostegno sempre Presente, sempre Invulnerabile per Guida Eterna.
13 > “Il Potere lo può tenere solo Chi ha questa Luce davanti, questo Compimento del Tutto” : il partecipare del Cristo è Ciò che rende Liberi e Forti, perché Custoditi e niente e nessuno può sconfiggere il Bene. Quel: “SÌ” a Dio è l’Anello di Congiunzione fra il Figlio e il Padre: questo è l’Unico Mistero che l’Uomo non è mai riuscito a cogliere in Pienezza.
Ma quanto Valore ha nella Vita dell’Uomo quel: “SÌ” a Dio.
14 > “È come se dice che solo Lui è Colui Che può: solo e soltanto Lui” : colgo Dio con un’Unica Arma: l’Arma dell’Amore.
È Tutto racchiuso in quella Parola: possiede Tutto, detiene Tutto, quella Grandezza Immensa e quella Fragilità di quel Bimbo Piccolo. È come vedere quel Bimbo così Piccolo e quell’Uomo così Anziano ed essere un
TUTT’UNO.
L’umiltà è il Sommo Bene, quel Chicco di Grano, la Piccolezza e quel Pane, la Grandezza e la Ricchezza.
È come se Dio non ha armi da mostrare, ma solo Luce e tanta, Tanta Sapienza, quelle Armi che fanno di Lui il Sommo Maestro.
15 > “se c’è Qualcuno al Quale si debba Riconoscenza, Amore, Devozione, Santità, Onnipotenza è a Lui e a Lui soltanto” : ogni Figlio che si mette davanti a queste Verità, le contempla perché le riconosce come Appartenenza al Padre, avrà solo da attingere e da accogliere, perché avrà riconosciuto l’Amore del Padre. L’affidarsi a Lui è camminare su Sentieri Giusti, che conducono Tutti a Frutti Dolcissimi, quell’Eterna Ricompensa Ambita da tutti.
E la Dolcezza di Dio, Che ha invitato ogni Singolo Figlio a partecipare di questa Pienezza.
16 > “Colgo che davanti a Lui c’è una Folla di Anime Bianche e queste Anime contemplano la sua Bellezza” : colgo quelle Anime Che partecipano dell’Amore di Dio e c’è così tanta Bellezza. L’Amore di Dio lo vedo in tante Diversità: diventa Luce Accecante, diventa Sorgente d’Acqua Cristallina. È un cogliere un Amore che dà la Pace, dà un’Infinita Dolcezza. C’è una Leggerezza Sconfinata.
È come sentirsi sollevati ed essere sorretti dall’Anima ed è sempre un protarsi verso di Lui, è come se quelle Anime sono Tutte in Estasi, in quell’Estasi d’Amore. Non ha eguali con l’amore della Terra: è un viverlo in Pienezza, sa di Dolcezza, di Melodia, di Candore.
Quanto è Ambito dalle Anime quell’Incontro con Dio! C’è una Tale Luce, una Tale Armonia! Quante Vesti Bianche, Candide!
17 > “È come se da questa Trasparenza vedessi un Cuore d’Oro: ma è così Scintillante, così Luminoso. Dio ha gli Occhi proprio color Cielo e in questi Occhi c’è l’Immensità” : Questo è il Dio d’Amore, è il Dio dei Cieli. Il mostrarmi la Ricchezza dell’Amore di Dio: è racchiusa in quel Cuore, nessuno può scalfirlo, perché è un Cuore Che si dona di Continuo, raggiunge tutti i Figli, è una Luce Che non si spegne mai!
E ha quello Sguardo così Celestiale, perché ogni Figlio possa essere rischiarato, possa vedere la Nudità della Bellezza, la Semplicità e la Purezza. Dio, così Immenso, così Irraggiungibile, Che mostra quanto è Concreto e quanto è Padre d’Amore! Quanto ci viene in Soccorso! Quanto si fa Vivo e Presente!
E annuncia il suo esserci Attimo per Attimo.
18 > “E se li guardo è come se ti ci perdi: entri in un Mondo Irreale, che non esiste sulla Terra” : è come se quell’Immagine di Dio viene vista in tutto il Cielo. È un’Immensità così Grande, eppure fa cogliere ad ogni Anima la sua Presenza, il suo poterLo incontrare, la Via del Cammino per raggiungerLo.
Non è un Dio Irraggiungibile. Non è solo Trasparenza, ma Egli può manifestarsi in tutte le Forme d’Amore possibili e immaginabili, ma può essere racchiuso in un Cuore d’Oro e ora a me si sta mostrando così: un Dio da un Cuore d’Oro e da Occhi di un Immenso Cielo.
Quante Beatitudini attendono l’Uomo. Beati coloro che seguono la Retta Via, perché c’è una Meta Dolcissima che li attende.
19 > “E poi colgo che questo Dio guarda queste Anime e queste Anime si riempiono talmente tanto e, con questa Pace, poi, prendono Sonno. Le vedo che si adagiano davanti a Lui, però in una Beatitudine, in una Pace: è come se cadono in un sonno” : l’attingere da Dio è vivere la Pace, la Beatitudine di vivere nella Casa del Padre.
Il riposarsi in Dio.
20 > “E queste Anime che giacciono, adesso diventano sempre più Luminose e su questa Luce è come se si sovrappongono ed è come un ripetersi di questo Rituale” : sono le Anime in Cammino, le Anime che attingono dalla Sorgente, Che si ricolmano di Sazietà ed è un Continuo Pellegrinaggio.
Quanta Gioia nelle Anime Che cercano Dio.
E quanta Gioia il Donare di Dio alle Anime.
21 > “Man mano che queste Anime si sovrappongono e si estendono, formando un Corpo di Luce attorno a questo Scenario ed è come se si forma un’Aureola di Luce, di Santità” : è come se Dio dà quel Premio Finale: Le incorona con un’Aureola Bianca ed è come premiarLe. È come se adesso hanno quella Libertà di muoversi nella Casa del Padre, perché più nessuno può raggiungerLe. Nessun essere può più avvicinarsi a quella Luce, perché è come se portano un’Appartenenza di Dio, sono sotto la sua Custodia e hanno raggiunto la Libertà, la Pienezza.
22 > “Tra queste colgo anche Barbara e mi chiedo se si meraviglia, se ha bisogno di qualcuno vicino a Sé. Chissà perché la sento sola e bisognosa” : colgo come se questo sentire è un sentire di un amore umano, dove ci sono i limiti, dove riusciamo a vedere e a sentire come Persone.
Invece vedo Barbara in Gesù con tutta la sua Libertà d’Amore, dove, partecipando dell’Amore di Dio, non conosce limiti e non conosce distanze, quei limiti e quelle distanze di cui Dio, servendosi dello Spirito Santo, ci riempie le nostre Anime. Per le Anime non ci sono confini, perché sono Obbedienti a Dio e Dio è Presente in ogni Istante.
Questa è l’Opera di Dio in questo Tempo: nutrire le nostre Anime, per nutrire la nostra Fede. Quanto Dio è Presente e quanto vuole manifestarsi in ogni Figlio, perché ogni Figlio è Amato da Dio e ogni Figlio può salvarsi, se solo lo vuole.
Riesco a cogliere cosa vuol dire la Libertà nell’Amore: non fa parte del passato, non fa parte dei ricordi. Fa parte del Presente e del Domani. Del Continuo. La Comunione tra Cielo e Terra, custodita da Dio ha un’Ampiezza Enorme.
E colgo quanta povertà ha l’Uomo, perché ricolmo di incredulità, di poca speranza e di poca fiducia. Tutti limiti umani, dove la mente viene soffocata da questi concetti; dove ci hanno impedito finora di vivere tutta la Verità che porta in Sé l’Essere Umano. La mente ha i suoi limiti. Il Cuore ha i suoi limiti. La Coscienza ha i suoi limiti.
Ma l’Anima non conosce distanze, non conosce limiti, se si accoglie Dio.
Questo è il Miracolo dell’Anima Risvegliata: è un Miracolo di Verità e di Bellezza, che varca le distanze tra il Cielo e la Terra, perché a Dio nulla è impossibile.
Quanto ha l’Uomo da meditare su Ciò che il Padre ci insegna.
Queste sono le Rivelazioni dei Cambiamenti, per entrare nei Nuovi Cieli e nella Nuova Umanità, quel Grande Libro che ha in sé tante Rivelazioni, tanti Misteri per l’Uomo, ma in Dio è solo Luce Che si sta donando in questo Tempo.
All’Uomo riconoscere l’Operare di Dio e accostarsi a queste Rivelazioni.
23 > “Gli Angeli: alcuni li vedevo con Capelli ricci e biondi, altri con le Ali, le piume bianche” : tra questi Angeli ci sono gli Angeli Custodi e quanto sono Amati da Dio, perché hanno portato tutta la sofferenza dell’Uomo. Ma una volta tornati alla Casa del Padre, vengono ricompensati così di un Tale Amore.
È come se sento che sono stati così Felici di essere rimasti Fedeli al Padre, nonostante il tormento che l’Uomo gli ha fatto portare. Ma il loro Amore era sempre orientato al Padre e quella Speranza e quella Fiducia che adesso li ha coronati, tornando ad essere un’Innocenza Trasparente, Lavati, per tornare Splendenti e partecipare della Luce, dell’Amore.
24 > “Vedevo gli Occhi di Dio che erano un Cielo: un’Immensità” : è come se negli Occhi di Dio si riflettesse Tutta l’Immensità dei Cieli, perché quello è Ciò che Lui dona a Tutti coloro che arrivano al suo Regno.
Nella sua Casa si vive solo la Bellezza dell’Anima, non c’è la pesantezza della terra, solo un riflettersi d’Amore. Non c’è posto per la bruttezza. Lì è Tutto Trasfigurato.
UN TRASFIGURATO D’AMORE.
25 > “E vedevo quegli Occhi e vedendo quegli Occhi è Lì che mi è passata Barbara, perché aveva occhi stupendi, ti davano l’impressione del Cielo” : vedo la diversità di ciò che per un attimo mi è passato; è il cogliere la differenza come Mamma di quanta Dolcezza, di quanta Piccolezza, di quanta Tenerezza può essere il Frutto dello Sguardo di una Figlia, come il Colore degli Occhi possono richiamarti il Cielo, ma ti possono dare Gioia, ti possono dare tristezza, ti possono dare Compassione, ti possono chiedere Soccorso, ti possono dare Pace, ma sono tutte Sensazioni che passano tutte attraverso un Cuore di Mamma. Ma vivi anche quella sensazione di pesantezza, di concretezza umana.
Mentre vederLa partecipe di quell’Immenso Cielo degli Occhi di Dio, La vivi con Leggerezza, con Trasparenza, vivi l’Incanto della Bellezza e non è solo uno stringerti il Cuore, per la sua mancanza fisica, ma senti una Comunione d’Anima, un Amore Infinito, una Tenerezza che non conosce Confini: questo è Ciò che vivono Tutte quelle Creature Che ora abitano alla Casa del Padre Celeste.
Sono tante, ognuno ha il suo Aspetto, ma è un Aspetto di Luce, non hanno tempo, hanno solo Pienezza e anche la Pienezza non conosce il tempo. È un Continuo Cammino, è un saziarsi di Continuo e, più avanzano in quella Immensità di Luce e più sprigionano un Amore così Pulito.
Quanto il loro Amore diventa Sguardo, diventa Udito, diventa Formato di Fisicità Trasparente. Non esiste la bruttezza nella Casa di Dio. Ogni Anima assume l’Aspetto della Fisicità di quando era in Vita, ma in quella Trasparenza, in quella Luce che diventano Tutte un Incanto di Bellezza.
26 > “Colgo che questo Anello che ha Dio, sopra è come se ha questa Pietra a forma di Specchi e si riflette il Cielo” : colgo la Preziosità di quell’Anello, dove è racchiusa la Vera Essenza della Ricchezza per Dio. È l’Essere Immerso nei Cieli è come se la Ricchezza di Dio ha Inizio nei Cieli e si racchiude nei Cieli.
E Dio mi fa cogliere che per ognuno Egli ha in serbo una Ricchezza Inestimabile:
VIVERE L’ETERNO NELLA SUA CASA.
27 > “Ed è come se è un Invito al Papa e ai Vescovi: così deve essere l’Anello: Specchio dell’Anima” : il Padre ci insegna Ciò che i suoi Consacrati non devono mai perdere di vista: di qualunque forma, di qualunque colore sia quell’Anello, che è Comunione con i Cieli, non deve mai portare la pesantezza e la ricchezza umana, ma nel guardarlo devono riflettersi le Profondità dei Cieli, perché è Ciò che si deve diffondere nello Sguardo del Fratello, è il Cammino verso la Gloria di Dio, è l’Unico Orizzonte che ogni Figlio non deve mai perdere di vista: l’entrare nel Regno di Dio, per vivere l’Eternità.
28 > “E quell’Intreccio di Vimini deve rappresentare la Corona che portava sulla Testa Gesù” : Ciò che non si deve mai dimenticare è l’Atto d’Amore che il Padre ci ha donato attraverso Maria: quel Figlio, quella Croce che è stato lo Sguardo della sua Creazione: il colpire Ciò che a Dio era più Caro, il coronare il Capo del Figlio con quella Corona di Spine.
I Figli di Dio che si sono fatti carnefici per colpire quel Gesto di Dio: il dare Vita alla sua Creatura, Gesù, il suo Bene più Grande è stato Ferito da quelle stesse mani che Dio aveva creato per Amore.
E su quella Croce il Compimento dell’Amore di Dio per essere di Esempio ancora una volta a tutti i Figli della Terra e dei Cieli: l’Amore non sarà mai sconfitto, le tenebre non prevarranno mai sulle Luce.
Quel Gesto è stato per la Terra la Concretezza della Visibilità del Dolore di Dio, quello stesso Dolore che si era compiuto nei Cieli con la ribellione di lucifero: creature spirituali e creature umane che, per stoltezza, si ribellano all’Amore.
Colgo tutto il Dolore di Dio nel dover separare Ciò che Lui aveva creato come Unione: un Atto Necessario, un Atto di Giustizia il separare il Bene dal male e il crearsi la contrapposizione al Bene e il rompere quegli Equilibri di Pace e d’Amore. E, sotto lo Sguardo di Dio, il crearsi il dolore, l’angoscia, le persecuzioni, le atrocità più efferate, ciò che Dio non avrebbe mai voluto.
Mi torna lo sguardo su quella Croce quando Gesù ha gridato: “ABBA’”, “ABBA” con tutte le Forze, “Perché Mi hai abbandonato”: il compiersi in Dio, le Porte che si spalancano dei Cieli e l’Amore del Padre Che si mostra in tutta la sua Potenza, in Tutta la sua Luce, l’accogliere, il riabbracciare l’Amore Infinito del Figlio.
Il male non toccherà mai una Gloria d’Amore ed è questa la Grandezza che ogni Figlio deve portare nel Cuore: un Dio d’Amore è un Dio di Libertà, di Perdono e di Abbraccio.
Gesù: “Guardate con Occhi Giusti, con Occhi Veritieri e non con occhi impastati di peccato e di menzogna.
Esiste un’Unica Verità e passa solo attraverso la Parola di Dio. Amen”.
29 > “Questo rappresenta l’Anello che porta questo Dio” : questa è la Verità che deve portare nel Cuore ogni Consacrato, quella Spiritualità, che diviene Visibilità Concreta come in quell’Anello. L’Anello è un Simbolo, ma Ciò che rappresenta deve donare Frutti Spirituali.
Questo Insegnamento di Dio è perché ogni Consacrato guardi quell’Anello che li unisce al Padre:
SPOSI DEL CRISTO.
Un dare Visibilità alla Spiritualità che li unisce al Padre, ma non dimenticare mai Ciò che rappresenta quel Simbolo: Concretezza Umana sì, ma dietro si cela tutta la Promessa al Padre.
Tutto Ciò che è Paramenti, tutto Ciò che sono Simboli, Tutto Ciò che si indossa per essere Specchi di Riconoscimento, che sia a Servizio di Dio. Non lasciare mai che quegli Abiti, quell’Anello e quella Croce vengano sporcati.
Non conta il prezzo di quella Vestibilità, ma il Valore Spirituale che si dà a quella Vestibilità. Il vestire con paramenti sontuosi se lo si fa per dare Testimonianza della Gloria di Dio, della Ricchezza Spirituale di quelle Vesti, se lo si fa per dare Onore a Dio, è Bello agli Occhi di Dio.
Ma se il tutto si porta per innalzare l’io dell’essere che lo indossa, è meglio essere ricoperto di cenci, perché è dare disonore a Dio.
Dio non si è mostrato ricco, bello, sapiente, dittatore, ma si è mostrato Povero, Umile, Debole, Servizievole.
Gesù: “Chi non si riconosce in queste Parole, ha così tanto da meditarci sopra, perché hanno distorte le Verità di Dio”.
Quanto Sdegno in Dio e in Gesù davanti a quei sepolcri imbiancati.
30 > “è come se quel Dito regge il Mondo” : quell’Anello di Dio rappresenta la Circolarità tra Cielo e Terra, la Comunione che regna.
Colgo quel Dito, con quell’Anello, come se fosse l’Unico Anello di una Catena, che non è una legatura, ma è un sorreggerci, per non farci sprofondare.
E colgo quanto Dio è rimasto Fedele al Valore di quell’Anello: è Lì, nei Secoli dei Secoli, sempre così Forte, così Tenace nel sorreggerci, quell’Anello che si fa Comunione con i suoi Discepoli.
E poi la Tristezza, nel guardare quell’anello umano, che diventa solo innalzamento. Ed è lì che si ferma quella Comunione: non si effonde, non divampa, perché lo si indossa per sentirsi re.
31 > “e quel Dito tiene quell’Anello” : e nonostante tutto quell’Anello è sempre pronto ad essere Calamita d’Amore per quegli anelli della Terra.
Quel Dio Che non crea mai separazione, che non ci lascia mai da soli, perché le sue Promesse sono Eterne.
32 > “quella Pietra che regge il Mondo: la Sofferenza di Gesù” : colgo quella Pietra come la Pietra Scartata dai costruttori: Ciò che era Luce del Mondo l’Uomo L’ha scansato.
Quanta Sofferenza nel Padre, per non aver riconosciuto un Dono così Grande.
Era quella Pietra di Salvezza, quella Pietra Che avrebbe sorretto il Mondo nell’Amore e nella Pace. Eppure l’Uomo pensava di farne a meno.
Ma la Grande Misericordia di Dio per le sue Creature, che sono così cieche e sorde nella Fede, Lo ha mosso a Compassione e non ci ha sottratto quella Pietra, ma L’ha rafforzata: da quel Grande Dolore una Luce ancora più Grande, un Dono così Elevato, che non si è fermato e limitato a sorreggere il Mondo, ma ci ha aperto anche le Porte del Paradiso, dei Cieli.
33 > “rappresentata da quell’Intreccio di Vimini: la Corona di Spine di Gesù” : in Dio quella Corona di Spine, che ha dato a Gesù quel Dolore così Grande, con la Forza dell’Amore, con il Perdono si è trasformata in un Intreccio di Vimini. È come se diventa Intreccio di Colori, Intreccio di Melodie, Intreccio di Gioia, un Intreccio di Luce, un Intreccio di Riconciliazione, perché quella Corona di Spine non dia più dolore, sofferenza, ma possa diventare un Atto di Pentimento e di Perdono.
Quanto ogni Oltraggio fatto a Gesù, con il suo Perdono, davanti agli Occhi del Padre, può portare Frutti Buoni, quel Cambiamento di sofferenza, di dolore, di morte in Gioia e Risurrezione.
E vedo quella Corona Intrecciata di Spine e poi vedo quei Vimini Intrecciati: come da quel buio diventi Abbraccio d’Amore con il Padre ad essere
l’UNO l’APPARTENENZA dell’Altro.
Colgo una Lezione d’Amore, come un grande dolore, se passa per la Via del Perdono, la Ricompensa è Sollievo alla sofferenza: il Perdono che scioglie il dolore e fa tornare l’Amore, l’Accoglienza.
34 > “Vedevo come se il Rosso dell’Anello fosse un racchiudere il Sangue di Gesù e il Cuore di Maria” : vedo una Mano e vedo un Anello. E la diversità di Colore dell’Anello di Dio, Celeste: Dio Che detiene l’Anello col Colore dei Cieli, perché in Lui c’è il Compiuto.
E l’Anello dei suoi Servi, Rosso, che portano impresso la Venuta del Figlio e della Madre. Ma quel Colore Rosso, che deve essere Fiammella Ardente, perché sia Faro rivolto ai Cieli e possa attingere da quell’Anello Celeste, per essere quel Ponte Ricolmo di Parola, quella
CROCE
il Tramite tra Dio e i suoi Discepoli.
35 > “Se uno vuole portare un Anello, deve essere a forma di Cuore: il Cuore di Maria e, Rosso, il Sangue di Gesù” : è come se vedo questi Anelli di questi Consacrati e quanto sarebbe Gradito al Cielo se in Loro non ci fosse uno Sguardo di forma, di grandezza o di piccolezza, ma che per Loro ci sia sempre l’Espressione e il richiamare a quel Cuore di Mamma e a quella Croce di Figlio.
|
|
|