579 Gesù: “Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi” (Luca 20, 38).
Dal Vangelo Secondo San Luca.
In quel tempo 27 Gli si avvicinarono alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: 28 “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. 29 C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30 Allora la prese il secondo 31 e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. 32 Da ultimo anche la donna morì. 33 Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie”. 34 Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35 ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; 36 e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37 Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38 Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui” (Luca 20, 27-38).
Luci sul Vangelo.
In quel tempo 27 Gli si avvicinarono alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: 28 “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. 29 C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30 Allora la prese il secondo 31 e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. 32 Da ultimo anche la donna morì. 33 Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie” (Lc 20, 27-33) La Portavoce: “In quel tempo alcuni sadducei, i quali negavano che vi sia la Risurrezione, posero una domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al fratello.
Allora c’erano sette fratelli, il primo fratello morì e non aveva figli. Allora questo si ripeté per tutti e sette i fratelli, perché senza figli e, alla fine, anche la moglie morì”. La domanda: “Questa donna, alla fine, nella Risurrezione, di chi sarà moglie?”.
Ciò Che colgo è che, quanto è avvenuto tra i sette fratelli e questa moglie non è peccato, proprio perché nelle Prescrizioni di Mosè sul Matrimonio c’era la Verità della Discendenza.
Ma qualora ci fosse stato un figlio, e poi ci fosse stata l’unione, si entrava nel peccato, perché il fratello non era più indipendente, ma aveva contratto un legame di sangue, perché era zio del discendente e, quindi, non c’era più un adempiere alla Legge di Mosè, ma un peccato”.
34 Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35 ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; 36 e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio” (Lc 20, 34-36) La Portavoce: “Ancora Gesù rispose loro che i figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito.
Ma quelli che sono Giudicati Degni dell’Altro Mondo e della Risurrezione dei morti non prendono moglie, né marito e nemmeno possono più morire, perché sono Uguali agli Angeli. Ed essendo Figli della Risurrezione, sono Figli di Dio.
Ancora colgo che Chi è stato Giudicato Giusto dal Signore non può morire, ma riprenderà Quel Corpo e sarà Incorruttibile, perché Chi è Figlio di Dio è nell’Amore e l’Amore di Dio non conosce fine.
Mentre la morte ha un tempo.
Chi entra a far Parte della Luce di Dio vivrà per l’Eternità”.
37 Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38 Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui” (Lc 20, 37-38) La Portavoce: “La Testimonianza della Verità sulla Risurrezione dei Morti ce L’ha Testimoniata anche Mosè, a proposito del Roveto, quando chiama il Signore: “Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”: Quel Dio Che Testimonia la Vita. E non la morte.
Perché il Vivere in Lui è Eternità.
Dio non può conoscere la morte, perché è Luce di Eternità ed è Vita, perché Tutto Vive, in quanto Tutto è Creato e Tutto è Sotto il Suo Comando per la Vita”.
(06.11.2022 Domenica. S. Leonardo di Limoges).
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